SENTIERO DELLA LIBERTÀ 2020. IL RACCONTO DI UN CAMMINO IN ABRUZZO

Sentiero della Libertà

Siamo arrivati, ce l’abbiamo fatta. Dopo quasi 70 km di cammino, la vista del blu del lago di Casoli ci ha dato la forza di fare gli ultimi passi e di poter dire: “Sì, ci siamo, siamo arrivati!”

Ma prima di arrivare a questo punto, dobbiamo raccontare le tappe, le persone, i panorami sulle montagne e verso il mare, i colori, i luoghi, tutto quello che è stato il nostro Sentiero della Libertà 2020.

Un cammino in cui ci siamo messi alla prova, in cui abbiamo assaporato il senso della conquista, passo dopo passo, di un nuovo approdo ogni giorno. Un’esperienza che ci ha portato a capire l’importanza di essere liberi di scegliere, di vivere, e di quanta fatica e allo stesso tempo forza abbiano avuto tutte quelle persone che hanno affrontato queste strade durante la Seconda Guerra Mondiale per riconquistare una speranza di libertà.

Cammino Abruzzo

Dopo giorni di preparativi, telefonate, email, chat e aperitivi dal vivo e virtuali, siamo partiti. 

È stata un’avventura che ci ha entusiasmati già dal primo incontro a Sulmona con Mario Setta, ex professore e cofondatore dell’associazione culturale “Il Sentiero della Libertà/Freedom Trail”, che ci ha incantato con i suoi racconti. A fare da quadro alle sue parole, dall’alto ci osservava l’eremo di Sant’Onofrio al Morrone, mentre a valle il Sentiero della Libertà prendeva vita sotto i nostri occhi grazie alla presenza del Campo 78 e delle sue baracche ancora ben visibili. 

Campo di Giove e Palena

Ma il cammino è stato anche la fatica, e la gioia dell’arrivo già alla fine della prima tappa a Campo di Giove, dove abbiamo conquistato il primo tassello del nostro percorso e abbiamo incontrato persone come Antonio D’Amico e William Santoleri, innamorati del loro paese, che ci hanno raccontato le loro storie ma anche le bellezze naturali e storiche di Campo di Giove.

Come in tutte le avventure che si rispettino, anche nel nostro sentiero della Libertà non sono mancati gli imprevisti. Dopo la prima sveglia con vista sulla Majella, ci siamo  arrampicati, come delle giovani caprette, verso il Guado di Coccia. Alcuni problemi di comunicazione ci hanno portati a prendere un sentiero un po’ più accidentato ma il rifugio ci aspettava con il suo tè caldo e i nostri panini, preparati con cura da Simona e Benjamin.  Arrivati a Palena, la seconda tappa del sentiero, il nostro fisico cominciava a mostrare  segni di Sentiero della Libertàcedimento, ma la soddisfazione ha avuto la meglio e ci siamo subito tuffati alla scoperta di nuove storie, come quella raccontataci da Anna Recchione, creatrice del  progetto “Palena Paese delle Orchidee”.

Lettopalena e Taranta Peligna

Forti della conquista di Palena, ci siamo diretti verso Lettopalena per raggiungere poi Taranta Peligna.

Anche qui, il tracciato che avevamo a nostra disposizione non è stato dalla nostra parte, ma grazie alla nostra amica Smart Ambassador, Francesca Larcinese siamo tornati sulla retta via. Arrivati a destinazione, il sindaco di Lettopalena, Carolina De Vitis e  la professoressa Giuseppina Cinque ci hanno portato alla scoperta del paese vecchio e di un entusiasmante progetto di valorizzazione dell’area. Abbiamo approfittato del tempo a nostra disposizione per incontrare anche Leonardo Angelucci, pastore che ha deciso di tornare in Abruzzo per allevare il suo gregge di capre e produrre formaggi squisiti. 

Fiume Aventino Abruzzo

Nel pomeriggio, abbiamo ripreso il cammino verso Taranta Peligna in compagnia di Marcello Di Martino, direttore generale dell’Associazione Nazionale Città delle Grotte ed ex Sindaco di Taranta Peligna,  cha ha voluto partecipare alla nostra avventura per un tratto di strada e con il quale abbiamo visitato il Sacrario della Brigata Majella. Dopo questa intensa giornata, ci siamo ritrovati a partecipare ad una inusuale cena sannita nella piazza di fronte all’incredibile Porta di San Biagio, organizzata da Gian Paolo Rosato, Sindaco di Taranta Peligna.

Cammino Abruzzo

Lama dei Peligni e Casoli 

Con acciacchi e qualche piccola stanchezza, ci incamminiamo verso Casoli passando da Lama dei Peligni, dove è stato d’obbligo l’assaggio delle tipiche sfogliatelle

Una parte ormai inagibile del sentiero ci ha portati a proseguire il cammino sull’asfalto, e il sole a picco di agosto ha contribuito a metterci in difficoltà. Ma non ci siamo arresi e, frazione dopo frazione, paese dopo paese, finalmente Casoli si è stagliata  davanti a noi.

Dopo questo piccolo assaggio della nostra avventura, ora non vi resta che scoprire meglio tutto quello che abbiamo vissuto nei prossimi racconti di tutte le quattro tappe del sentiero della Libertà. 

Nei prossimi articoli, condivideremo con voi tutte le interviste fatte alle persone incontrate sul nostro cammino, una più interessante dell’altra. 

Sentiero Abruzzo

La libertà in Abruzzo

Malgrado le difficoltà, gli imprevisti, la fatica e gli acciacchi, il Sentiero ci ha fatto scoprire non solo quale fosse il valore della libertà per chi, alla fine della Seconda Guerra Mondiale dovette raggiungere le linee alleate, ma anche quale sia oggi il significato della libertà per chi ha scelto di vivere il nostro territorio e di utilizzare tutte le risorse a sua disposizione per valorizzarlo. 

E per voi, cos’è la libertà

Questo incontro è avvenuto durante il cammino che Abruzzo.no ha fatto sul Sentiero della Libertà:

Chiara

Roma, Settembre 2020
Foto ©Chiara Partenza da Sulmona, Campo di Giove, Palena (prime tre foto)
Foto ©Marta Ronzone Aventino, Lettopalena, Taranta Peligna (ultime tre foto)