San Buono è un piccolo paese appartenente alla comunità del Medio vastese, non raggiunge i 500 metri sul livello del mare ma per la piccola me era “la montagna”. San Buono è anche il paese di mio padre ma per me è soprattutto l’odore dei camini accesi d’inverno.
L’inverno a San Buono si può riassumere così: la neve, il focolare, le bruschette sulla brace mentre i salami sono appesi al soffitto e il presepe vivente nel mese di dicembre.
La tradizione del presepe vivente è una tappa, un rito che va preparato e celebrato. Non è Natale senza il presepe vivente e per questa ragione, quando posso, mi reco ancora oggi in paese per assistere alla rievocazione:
una festa che mescola religione e tradizioni locali, preservate come solo in un piccolo paese si sa fare.
Il presepe vivente rappresenta la comunità di San Buono, donne, uomini e bambini che ne organizzano i dettagli e che vi partecipano in qualità di figuranti, tramandando il loro sapere e condividendolo con gli spettatori che hanno l’occasione di fare un balzo indietro nel tempo alla scoperta di antichi mestieri.
Il percorso del presepe ha un qualcosa di spettacolare. I visitatori si muovono tra le stradine del centro storico, tra case che ancora mi chiedo come possano resistere arroccate l’una sull’altra e ancorate alla roccia…
Normalmente la visita comincia che la luce del giorno è già calata e tra un piccolo frantoio, la cantina, l’antica scuola si vede la valle buia che quasi spaventa se non fosse per le lucine dei paesi vicini.
Partecipare come visitatore all’evento significa poter osservare dal vivo come l’olio veniva prodotto prima dei moderni frantoi, come si ottenevano la farina e il vino, come si faceva il formaggio.
Si osserva con gli occhi e si assapora con la bocca in quanto i prodotti vengono offerti ai passanti. Tra i miei preferiti ci sono le “scrippelle”, uno dei dolci tipici della zona, a base di pasta lievitata di patate e farina, fritta e spolverata con lo zucchero. Un grande sorriso si posa sul volto delle signore e dei bambini che offrono queste prelibatezze; tutti gli sforzi sono ripagati dai visitatori.
Non mancano ovviamente le scene a tema storico-religioso come il palco con Ponzio Pilato e la Sacra Famiglia. Nella piccola culla, Gesù Bambino è l’ultimo bambino nato in paese durante l’anno, cosa che suscita sempre molta tenerezza.
La regina del presepe è, però, la Fonte vecchia, un’antica e bellissima fontana di pietra attorno al cui lavatoio le donne cantano motivi dialettali e lavano tessuti nelle acque fredde che sgorgano, “come si facevano una volta”.
San Buono è tutto ciò, è la passione della gente, è l’attesa al freddo prima di godere dello spettacolo della tradizione, è il ritmo lento dei lavori antichi, è l’odore dei camini.
Le date del presepe vivente sono 26 dicembre e 5 gennaio.
Informazioni: 0873 930145
Antenisca Sapio
Torino, Dicembre 2019
Photo ©Smeloni, la foto della fonte è di Lorenzo Iovannisci
Antenisca ha scritto per noi anche alcuni articoli su Vasto, sul Toson D’oro e su dove mangiare a Vasto.
Antenisca Sapio
Vastese DOC, ho sempre il mare davanti agli occhi anche se ho lasciato l’Abruzzo nel 2013. Da due anni vivo tra la Francia e Torino, dove la mia frase ricorrente è “Torino è bellissima…purtroppo però manca il mare!”. Insegno italiano agli stranieri e amo il mio lavoro anche perché prevede la diffusione della cultura del mio Paese e quindi posso sbandierare la mia abruzzesità come voglio! Adoro la cucina e cerco di mettere in pratica tutti gli insegnamenti di nonna per far felici le persone.
Proverbio: Aépre l'uòcchje e spanne ca ni je callàre ca z’arcàgne (apri gli occhi e guarda bene, perché non è come la pentola di rame che si cambia)
Piatto: brodetto di pesce alla vastese (adoro inzupparci il pane!)
Luogo: Spiaggia di Punta Aderci, le sue pietre, la sua acqua.
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